È con un certo orgoglio che pubblichiamo un lavoro di ricerca portato a termine da un membro del nostro Consiglio Direttivo della Società Italiana Agopuntura dr.ssa Cristina Migliarese, e dal nostro presidente dr. Roberto Gatto, oltre altri autori (dr. Maloberti A, dr.sse Algeri M Scarpellini S e Giannattasio G).
Sono stati arruolati nello studio e trattati 45 pazienti, fra cui 24 presentavano valori normali-alti (145/95) e rischio cardiovascolare basso, e 21 sempre con valori pari a 145/90 ma in terapia farmacologica. Tutti hanno ricevuto 12 sedute di agopuntura (2 a settimana per 6 settimane). Gli agopunti utilizzati sono stati Guanyuan/4CV, Taichong/Liv3, Quchi/LI11 e Zusanli/St36. La valutazione dei valori pressori è stata effettuata prima del trattamento e due mesi dopo la fine dello stesso. Tutti i pazienti hanno eseguito, prima del trattamento, un profilo di laboratorio, hanno ricevuto un ecocardiogramma con calcolo della massa del ventricolo sinistro e un calcolo del BMI. I risultati osservati sono stati una significativa riduzione dei valori della pressione ambulatoriale sistolica. Invece non si sono osservate riduzioni nei valori notturni e nella pressione diastolica. Gli autori affermano che, al pari dei medicamenti, per poter mantenere la riduzione dei valori sistolici sono necessari cicli di agopuntura ripetuti nel tempo. Gli autori aggiungono che la riduzione dei valori è stata migliore nel lungo periodo che subito dopo le singole sedute (rispettivamente -9 mmHg e -2 mmHg). L’ipotesi sull’azione dell’agopuntura va dalla vasodilatazione periferica, al rilascio di neuromediatori (soprattutto ossido nitrico), all’azione benefica e regolatrice sul sistema nervoso simpatico, fino alla stimolazione della produzione di oppioidi endogeni. I risultati migliori essendo stati osservati in pazienti trattati con farmaci, gli autori suggeriscono l’uso dell’agopuntura soprattutto nei soggetti trattati che non raggiungono livelli ottimali di controllo dei valori e nei soggetti intolleranti ai farmaci antipertensivi.
Questo è il link al lavoro completo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35761147/